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Fecondazione in vitro all’estero e paura di volare

Pubblicato martedì, 4 dicembre 2018 di Laura Marchesani

Portare avanti un trattamento di fertilità all’estero, per poter avere un figlio, può essere una scelta, per potersi rivolgere ad una specifica equipe di cui ci si fida, o per necessità, per effettuare un percorso che in patria è impossibile, come per esempio la gestazione per altri.

Il fatto di dover andare in un altro paese, normalmente implica la necessità di muoversi in aereo perché le distanze a volte sono notevoli e il tempo a disposizione per coprirle non è mai troppo.

Se per una fecondazione in vitro, magari con donazione di gameti, si può rimanere in Europa, per una gestazione per altri, a seconda della situazione dei genitori, può essere necessario volare in un altro continente.

Quando i genitori intenzionali hanno paura di prendere l’aereo

Fortunatamente, la paura di volare si può contrastare con diversi tipi di aiuto o di supporto, ma se è necessario prendere dei medicinali per poter sopportare le conseguenze emotive del volo, bisogna rivolgersi ad un medico. Se i futuri genitori devono prendere un volo per raggiungere la loro cinica di procreazione assistita e lì effettuare un trattamento di fecondazione in vitro o, affrontare un ciclo di fertilità con i propri gameti (ovuli o seme), il consiglio è quello di mettersi in contatto con la propria clinica di procreazione e chiedere un consiglio.

Se la paura di volare richiede l’aiuto di un farmaco, sarebbe opportuno parlarne con il medico ginecologo che si occupa del trattamento dei futuri genitori, perché alcuni medicinali possono essere controindicati in certe circostanze. L’unico modo per essere sicuri di non sbagliare è proprio quello di chiedere il supporto della clinica di procreazione assistita.

La gestante ha paura di volare

La paura di volare non è una caratteristica di una determinata categoria sociale, per cui, così come può colpire i futuri genitori, può anche preoccupare una gestante che deve prendere l’aereo per raggiungere la clinica di procreazione assistita.

Normalmente, quando la portatrice sceglie di aiutare una nuova famiglia, sa già fin dal primo momento, dove si trova la clinica scelta dai futuri genitori e, quindi, se dovrà prendere un aereo o meno.

Considerando le distanze nel continente americano, la probabilità che questa generosa donna debba prendere un volo è alta, per ciò se per lei è un problema volare, generalmente le si consiglia di valutare a fondo la situazione per evitarsi situazioni di disagio.

In ogni modo, anche per lei, esistono tecniche di rilassamento utili e, in certi casi, farmaci che il medico permette, se lo valuta indispensabile. Per sapere come comportarsi, basta chiedere al ginecologo che effettua il ciclo di procreazione assistita, cosa e come si può assumere un farmaco per sopportare gli effetti indesiderati di un volo.

Farmaci nella procreazione assistita

Comunque, se si sta effettuando un ciclo di procreazione assistita è sempre meglio chiedere alla propria clinica di fertilità ogni volta che si ha la necessità di assumere dei farmaci non prescritti dal ginecologo o dall’andrologo. Anche solo per una propria tranquillità e per poter proseguire un percorso di genitorialità sereno.

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