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Gestazione per altri: pianificazione e flessibilità

Pubblicato martedì, 13 novembre 2018 di Laura Marchesani

Come si è detto in altre occasioni, nella gestazione per altri, il fatto di non poter vivere in prima persona la gravidanza, provoca in molte persone uno stress notevole. Ovviamente, l’ansia che accompagna il prenascita fa parte di qualsiasi gravidanza, ma, come ogni circostanza potenzialmente fonte di stress può essere vissuta in modo molto diverso a seconda del carattere e dell’atteggiamento dei protagonisti.

Spesso ci si trova di fronte a vicende simili fra loro, ma vissute e interiorizzate in modo molto diverso dai suoi protagonisti e quindi anche trasmesse agli altri come se fossero eventi assolutamente non comparabili.

La visione personale della gestazione per altri

Nei paesi nei quali le donne si propongono come gestanti in modo libero e volontario, così come si avvicinano al mondo della maternità surrogata, possono decidere di allontanarsene, cioè di cambiare idea e di non volere procedere con il ciclo di fecondazione assistita. Si tratta di una possibilità non molto frequente, ma da tenere presente comunque, e quando succede, le reazioni dei genitori intenzionali possono sorprendere.

Alcuni futuri genitori vivono questo cambiamento di rotta della candidata a gestante come una vera e propria tragedia, un tradimento da parte di una persona nella quale avevano riposto le loro speranze di avere un figlio e nella quale avevano investito tutta la loro fiducia. Altre famiglie, nella stessa situazione, pur sentendosi tristi, pensano che se la possibile portatrice non era convinta al 100% è positivo che abbia manifestato i suoi dubbi prima di discutere accordi legali e di iniziare ad assumere medicinali.

Cosa fare negli imprevisti della maternità surrogata

In ogni percorso di GPA ci sono potenziali ritardi o cambiamenti rispetto alle previsioni dei genitori intenzionali, ma come affrontare questi eventi in modo efficace?

Innanzitutto, se si sente che l’ansia prende il sopravvento, può esser utile rivolgersi ad uno psicologo o ad un coach per avere il supporto di un professionista, un elemento positivo per tutte le parti coinvolte, poi prendersi il tempo di respirare. Dopodiché, accettare il fatto che, alcuni eventi possono provocare rabbia, frustrazione, tristezza e prendersi del tempo per assimilare ciò che succede, per poter ritornare ad uno stato di razionalità.

In quei momenti è utile ricordare a sé stessi a e chi è coinvolto, come l’altro genitore intenzionale per esempio, che l’obiettivo vale la pena.

Pensare allo scopo della GPA

Allontanarsi per un momento dalla visione così da vicino dell’evento in sé, per vederlo da fuori, da lontano, pensare al cammino che si sta percorrendo, concentrandosi su cosa si può fare per risolvere la situazione nel miglior modo possibile senza investire troppo tempo ed energie in pensieri o discussioni che non portano a possibili risoluzioni. Se chiedere spiegazioni sul perché di un determinato evento è normalissimo e consigliabile, prolungare le conversazioni sulla propria tristezza può portare a investire energie nella direzione meno efficace. Ovviamente a seconda del tipo di evento le modalità e i tempi per superarlo cambiano, ma se si tratta di cose risolvibili, è sempre utile, una volta superato l’impatto negativo, guardare avanti per mantenere la vista sull’obiettivo finale: avere un figlio.

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