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Quando andare all’estero per una gestazione per altri

Pubblicato mercoledì, 27 febbraio 2019 di Laura Marchesani

A seconda del tipo di trattamento di procreazione assistita di cui si ha bisogno, può essere necessario recarsi nel paese in cui si svolgerà il trattamento e si dovrà rimanere là per un paio di giorni o per un periodo più lungo.

Se l’unica necessità è quella di lasciare un campione di seme è possibile che si riesca a ridurre al amassimo la permanenza all’estero, invece, se è necessario estrarre degli ovuli, i tempi si allungano e sono più difficili da calcolare con precisione.

Il campione di seme per la fecondazione in vitro

In tutti i trattamenti di procreazione assistita, normalmente, si richiede una consulenza medica prima del ciclo, nella quale lo specialista fa una serie di domande specifiche al futuro padre e gli indica che analisi dovrà fare prima di congelare un campione di seme.

In molti paesi è obbligatorio presentare dei risultati prima di poter depositare un campione che verrà congelato e conservato ne laboratorio della clinica scelta per la fecondazione in vitro.

Ovviamente i test da fare li indica il medico di procreazione assistita direttamente o attraverso un’infermiera della sua equipe.

È importante che la clinica possa verificare i risultati delle analisi richieste prima di congelare un campione di seme, per ragioni di sicurezza e indicazioni del protocollo del paese.

Il pick-up degli ovuli all’estero

È un po’ meno facile viaggiare per una estrazione degli ovuli. Il coordinamento in questo tipo di trattamento è molto importante, perché il margine di manovra a livello di tempi è molto ridotto.

Allo stesso tempo, è necessaria una comunicazione chiara e fluida fra la clinica che assiste la futura mamma durante la preparazione e quella che la riceverà per il pick-up degli ovociti.

Infatti, anche se teoricamente è possibile iniziare la stimolazione ovarica in un paese e procedere con il pick-up degli ovociti in un altro, nella pratica esistono cliniche che consigliano alle future mamme di rimanere nel paese della destinazione finale per tutta la durante del trattamento per cercare di evitare qualsiasi problema causato da una mancanza di comunicazione o a fattori come ritardi nei voli aerei. A volte, purtroppo il viaggio può complicarsi per cose non prevedibili o controllabili.

Andare fuori Europa per una fecondazione in vitro

Nel caso dei futuri genitori che hanno bisogno dell’aiuto di una gestante, e che viaggiano verso il Canda o gli Stati Uniti, bisogna tenere presente che questi spostamenti richiedono una pianificazione attenta. La documentazione necessaria per entrare in Canda o negli USA è specifica e il miglior modo per non trovarsi con delle sorprese all’ultimo momento è quello di informarsi sui requisiti per viaggiare verso il paese di destinazione e mettere in moto le pratiche burocratiche necessarie.

Ovviamente, bisognerà anche assicurarsi che il passaporto non sia scaduto o vicino alla data di scadenza, ma questo non sarà sufficiente perché sia in Canada che negli USA esiste la necessita di una richiesta per i turisti che entrano in questi paesi, come l’ETA per il Canda o l’ESTA per gli Stati Uniti, i visti obbligatori.

Non si tratta di procedimenti complicati, di solito, ma sì che sarebbe meglio non lasciarli per l’ultimo momento. Quando si progetta un trattamento di fertilità, a maggior ragione quando è coinvolta una gestante, quindi più organizzati si è meglio è.

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