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“Affittare” il proprio utero è un mezzo per sopravvivere nella povertà?

Pubblicato mercoledì, 10 dicembre 2014 di Laura Marchesani

Innanzitutto bisogna chiarire che non stiamo parlando di contratti d’affitto, anche se una parte della società è convinta che le donne che si offrono come gestanti siano persone povere, senza risorse, che non hanno alternative per uscire dalla povertà in cui si trovano.

La realtà della gestazione surrogata è molto diversa a seconda dei paesi di ci si parla.

Noi di Prepara abbiamo scelto di lavorare solo con gli Stati Uniti. In questo paese la selezione della gestante, portata avanti da un’agenzia seria, è un procedimento lungo e con delle regole severe fra le quali la norma che prevede che le aspiranti gestanti non possono essere in situazioni di povertà o percepire aiuti economici dallo stato.

Le agenzie di professionisti negli Stati Uniti sanno che per poter portare avanti un progetto di questo tipo la motivazione che spinge a farlo non può essere di tipo economico. La serietà, la disponibilità, la coscienza, la pazienza che una gestante deve avere non si creano con il potere del denaro. È ovvio che l’aspetto economico è importante e che la somma che queste donne ricevono le aiuta a realizzare qualcosa, ma questo non può esser il motore primo.

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