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Procreazione assistita: il limbo portoghese

Pubblicato martedì, 19 giugno 2018 di Laura Marchesani

La situazione che si è creata di recente, in Portogallo, grazie alla decisione del Tribunale Costituzionale sulla legge relativa alla gestazione per altri, ha creato una serie di conseguenze a catena, delle quali si stanno vedendo gli effetti.

Già di per sé le condizioni di accesso per la maternità surrogata in Portogallo erano particolarmente complesse, con l'intenzione di garantire la trasparenza e la legalità, per ogni famiglia, ma ora, a tutto ciò si è aggiunta l’impossibilità di accettare nuove petizioni perché la legge sembrava essere troppo vaga rispetto ad una serie di punti e per una serie di ragioni indicate dal Tribunale Costituzionale.

Nati da gestazione per altri in Portogallo

Ma sono nati dei bambini grazie alla maternità surrogata in Portogallo, nel periodo di tempo che va dall’approvazione della legge sulla GPA al suo blocco?

Sfortunatamente no, infatti la famiglia che stava cercando la gravidanza grazie alla generosità della nonna, si trova ora in una situazione di stallo, dalla quale non si sa ancora come uscirne.

Fortunatamente il blocco imposto dal Tribunale Costituzionale non influisce sui procedimenti già iniziati, come è il caso di questa famiglia, che aveva già cominciato il trattamento di fecondazione assistita. Purtroppo, però, a questi tentativi non è seguita nessuna gravidanza. Tra gli altri ostacoli ora ne sorge uno nuovo: i requisiti di accesso, che erano stati approvati in precedenza per poter essere accedere alla fecondazione in vitro, imponevano che chi accede ai trattamenti di PMA non superasse i 50 anni e la nonna in questione, la generosa donna che dovrebbe portare avanti la gravidanza, presto ne compirà 51.

Gestazione per altri etica e inquadramento legale

Come si risolverà questa situazione non è chiaro. In ogni modo, questo caso conosciuto proprio per il fatto di essere il primo, non è l’unico ad essere bloccato a causa di un cambiamento a livello legale. Infatti, sempre la recente decisione del Tribunale Costituzionale, aveva sollevato la questione dell’anonimato nella donazione di gameti, con valore retroattivo. In teoria, ora, le cliniche dovrebbero mettersi in contatto con tutti i donatori di cui conservano i gameti per avvisarli del cambiamento della legge e chiedere loro il consenso a procedere nel rispetto delle nuove norme. Ovviamente il processo richiede pazienza, ma, e soprattutto, implica delle difficoltà oggettive, quando i donatori non sono reperibili.

Procreazione medicalmente assistita a braccetto con le leggi

Nei paesi in cui la procreazione medicalmente assistita è regolata, sono i principi stabiliti dalla legge che indicano i limiti e i passi del percorso per garantire la sicurezza di tutti e tutelare chi ne fa ricorso e chi dona. Quando però avvengono dei cambiamenti repentini e che sconvolgono il panorama, soprattutto se le nuove decisioni hanno valore retroattivo, chi si trova in grosse difficoltà sono sempre i protagonisti, coloro che hanno bisogno dell’aiuto della scienza.

Rimane da vedere come il governo portoghese risolverà lo stallo attuale e come queste decisioni influiranno sul panorama a livello internazionale, perché non esistono linee legali uniformi all’interno della Comunità Europea, per cui ogni paese si regola a sé, generando così il movimento di molti aspiranti genitori in quello che viene definito “turismo riproduttivo”. Necessità che ha poco a che fare con i viaggi di piacere e molto con la disomogeneità del panorama europeo.

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