Pubblicato giovedi, 9 luglio 2015 di Laura Marchesani
La ASRM e la SART hanno pubblicato una guida con lo scopo di trasmettere delle indicazioni utili sulla “surrogacy” gestazionale, e ridurre così la possibilità di possibili contrattempi. Include una serie di linee guida per una corretta e completa valutazione medica e psicologica dei genitori committenti, gestante ed eventuali donatori.
Ci focalizziamo sulla parte relativa alla gestante con tutti quei “dettagli” che fanno sì che la relazione con lei sia serena.
Età e cartella clinica della gestante
L’età della gestante dovrebbe essere compresa fra i 21 e i 45 anni. Si consiglia di non andare oltre i 40, tranne che in casi eccezionali. Dovrebbe avere almeno un figlio suo, avuto dopo una gravidanza e un parto senza complicazioni, un massimo di cinque parti o di tre cesarei.
Il suo ambiente
La gestante deve vivere in un ambiente famigliare stabile in grado di darle l’appoggio necessario nei momento di stress. Ovviamente la gravidanza può provocare momenti difficili o semplicemente della stanchezza più del normale, e ciò influisce sulla sua quotidianità, quindi la comprensione e l’appoggio della sua famiglia e dell’ambiente che la circonda in generale sono fondamentali.
Analisi
Ovviamente prima di tutto deve sottoporsi ad una serie di analisi non solo per verificare che il suo stato di salute generale sia ottimale, ma anche per poter fare delle previsioni su come potrebbe procedere la gravidanza. Anche se tutto è nei parametri, non ci sono garanzie mediche che la gravidanza sarà perfetta, ma una valutazione attenta delle sua cartella, del suo stato fisico generale insieme alla sua età e alle sue abitudini di vita danno delle indicazioni importanti.
Le fumatrici o consumatrici di alcolici non dovrebbero essere selezionate.
Anche il compagno/marito della gestante dovrà effettuare dei test per verificare la sua piena salute e l’assenza di malattie che potrebbe contagiare alla compagna durante la gravidanza.
Aspetto psicologico
È sempre consigliata una valutazione psicologica previa. Il compito dello psicologo però non finisce qui. Questo professionista deve prepararla affinché lei sia cosciente e preparata al 100% rispetto al percorso che ha scelto e all’impatto emotivo che la gravidanza avrà su di lei e sulla sua famiglia.
La gestante deve comprendere le implicazioni che ogni possibile fatto comporta (come ad esempio la possibilità di dover fare più di un trasferimento di embrioni, la possibilità di cancellazione di cicli della sua preparazione, le complicazioni della gravidanza multiple…). Lo psicologo deve anche assicurarsi che la gestante comprenda le eventuali richieste dei futuri genitori sul suo stile di vita durante la gravidanza (come una dieta particolare) e il tipo di relazione che entrambe le parti decidono di mantenere durante la gravidanza e dopo la nascita (con genitori e bambino), e che si senta a suo agio con ognuna di esse.
Informazione e consensi informati
Sia la gestante sia il suo partner devono essere informati da personale qualificato rispetto i rischi del procedimento medico, sui farmaci che dovrà assumere, sulla gravidanza in sé, sulla possibilità di dover rimanere a riposo, ecc. Questo, oltre a tutti gli aspetti legali e pratici.
Tutto questo deve essere documentato, per ciò è fondamentale che i contratti che si firmano sia ben redatti e completi.
Tutte e indicazioni di questa guida, sulla gestante, ma anche quelle su coloro che apportano il loro materiale genetico ( genitori o donatori) e su i genitori committenti non sono garanzia che non si verificheranno imprevisti, ma senza dubbio queste, insieme all’orientamento e la guida di una buona equipe di esperti, riducono al minimo la possibilità che si verifichino eventi inattesi e poco gestibili e regalano a tutte le parti la fiducia e la tranquillità che il procedimento richiede.