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Raccogliere un campione di seme all’estero

Pubblicato martedì, 7 agosto 2018 di Laura Marchesani

Le cliniche di procreazione assistita normalmente consigliano ai loro pazienti di effettuare una serie di analisi prima di procedere al trattamento di inseminazione o di fecondazione in vitro richiesto. Infatti, dopo il primo contatto con il centro, si procede ad un colloquio con un ginecologo specializzato e sarà lui a decidere che tipo di test sono necessari per verificare che non ci siano problematiche particolari e dare le successive indicazioni più adeguate al caso.

Quando si tratta di un centro di procreazione medicalmente assistita in un altro paese, è consigliabile assicurarsi che la comunicazione con la clinica sia sempre chiara e puntuale, perché la distanza fra la residenza del paziente e la clinica rende necessaria una buona organizzazione.

Lasciare un campione di seme per una FIV

Se il ginecologo di PMA suggerisce di depositare un campione di seme, prima di iniziare il trattamento, significa che, nell’esperienza della clinica, questo è il procedimento che dà i migliori risultati. In termini generali, comunque, quando colui che fornisce gli spermatozoi non vive in zona, si cerca di organizzare il congelamento di un campione di seme, per evitare qualsiasi tipo di problema al momento della fecondazione degli ovuli.

La clinica indica al futuro papà quando si deve recare da loro, e gli fornisce tutte le informazioni del caso, come per esempio se è consigliabile qualche giorno di astinenza prima della raccolta del campione.

È necessario lasciare un secondo campione?

Una cosa che non molti sanno è che esiste la possibilità che il campione raccolto non sia di buona qualità, o addirittura, che il futuro papà, in quel preciso momento, per una ragione o un’altra non possa depositarlo. Sapere che esistono inconvenienti possibili, aiuta ad organizzarsi in modo da prevenire problemi maggiori. Per esempio: se nel giorno prefissato per il deposito del campione di seme, il futuro papà è ammalato e sta assumendo dei medicinali particolari o, e la clinica potrebbe suggerire di lasciare un secondo campione per maggior sicurezza.

Per poter ripetere l’operazione con maggiori possibilità di successo, si consiglia di ritornare al centro di procreazione assistita circa 24-48 ore dopo il primo deposito.

Prenotazione del volo per tornare dalla clinica di procreazione assistita

Cosa succede se la persona in questione non può trattenersi nei paraggi del centro per la fecondazione in vitro perché ha un volo per tornare a casa subito dopo?

Per evitare di trovarsi in situazioni spiacevoli, sarebbe sempre consigliabile calcolare una permanenza nelle vicinanze della clinica di due-tre giorni. Questo margine di tempo, regala una tranquillità impagabile, soprattutto quando la clinica in questione si trova in un altro continente e il viaggio è lungo e costoso. Sapere di avere la possibilità di tornare al laboratorio del centro di fecondazione in vitro per un eventuale secondo deposito, aiuta in tutti i sensi, perché, se il primo campione è adeguato, la clinica avviserà e il genitore e lui potrà rilassarsi, come se fosse in vacanza. Se, invece, fosse necessario tornare al centro di PMA, avrà il tempo per poterlo fare, senza doversi preoccupare per le ferie prese in ufficio, il volo da cancellare, un nuovo biglietto da trovare, e tutte le spese connesse.

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