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Salute riproduttiva maschile

Pubblicato venerdì, 15 luglio 2016 di Laura Marchesani

La Spagna continua a essere in prima linea quando si tratta di ricerca e studi nel campo della procreazione assistita, mostrando anche agli altri paesi la sua volontà e capacità di sviluppo.

Lo ha fatto anche recentemente, nell’ultimo congresso dell’European Society of Human Reproduction and Embriology (ESHRE), presentando le conclusioni di un interessante studio sulla qualità del seme.

La salute riproduttiva è cosa di due

L’età della madre è fondamentale nella ricerca della gravidanza, perché gli ovociti invecchiano velocemente, e bisogna tener presente questo fattore quando si pensa alla maternità.  È ovvio però che perché nasca e si sviluppi un buon embrione anche la qualità del seme è importante.

Se nel passato quando una gravidanza non andava a buon fine si tendeva a vedere come responsabile la donna, e a volte anche a colpevolizzarla per questo, oggi finalmente le cose sono cambiate e queste situazioni si affrontano con una visione più obiettiva e scientifica, prendendo atto che la fecondazione, e la buona riuscita della gestazione, è la fusione di due parti, un “lavoro di squadra”. Finalmente oggi anche gli uomini si sottopongono alle analisi necessarie e i percorsi di fertilità implicano il coinvolgimento di entrambi i membri della coppia, bilanciando un po’ la situazione, e con lo spirito di ricerca della soluzione senza l’inutile e controproducente volontà di cercare il “colpevole” fra i due.

Questa consapevolezza aiuta anche gli uomini che devono affrontare dei trattamenti particolarmente complicati, e che possono avere ripercussioni sulla salute riproduttiva, a valutare le possibilità che la scienza offre come modalità per preservare la fertilità. Vedasi l’opzione del congelamento di un campione di seme, tecnica indolore, semplice ed economicamente accessibile.

Dati dell’Organizzazione Mondiale della Salute

Secondo una statistica, il 58% degli uomini spagnoli ha una qualità del seme inferiore ai parametri stabili dall’OMS, per questo è importante studiare le caratteristiche degli spermatozoi, per aiutare la scienza a capire meglio la loro struttura e a trovare nuove soluzioni per i futuri papà che hanno bisogno dell’aiuto della medicina della procreazione assistita.

Anche se il fattore età per gli uomini non è così importante come per le donne, si deve comunque considerare che l’invecchiamento rende gli spermatozoi più scarsi.

Lo studio in questione, iniziato con l’osservazione in altre specie animali come le mosche e i ricci di mare, ha suggerito agli scienziati una via di osservazione che si è rivelata valida anche per gli umani.

Gli spermatozoi sono delle cellule formate da testa e coda, ed è proprio quest’ultima che ne garantisce la motilità, cioè la capacità di movimento. Si è osservato che le alterazioni nella coda darebbero degli indizi sulla qualità de seme. Questo risultato e l’osservazione della sostanza proteinica, la tubulina, che permette il movimento, aprono una serie di possibilità di studio, che potrebbero essere determinanti nel prossimo futuro.

La conoscenza è il primo passo verso la comprensione

Se quindi quasi la metà della popolazione maschile spagnola presenta dei risultati nelle analisi del seme che non sono ottimali, forse a partire da oggi sarà possibile capirne il perché e intervenire sulle cause e/o cercare delle soluzioni.

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