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Il ginecologo nella gestazione per altri

Pubblicato lunedi, 1 luglio 2019 di Laura Marchesani

Senza una clinica di procreazione assistita è impossibile pensare di portare avanti un trattamento di fecondazione in vitro, perché è grazie al personale del centro in questione e alla sua tecnologia che si possono creare gli embrioni che poi verranno trasferiti all’utero della futura madre o della gestante.

Molte persone scelgono la clinica di fertilità in base alle referenze di altri pazienti o alla fama del centro in questione. Quando però si tratta di una clinica in un altro paese, non è sempre così facile avere delle referenze di prima mano, e conoscere altri che si sonno rivolti a loro e con i quali si può avere uno scambio di opinioni franche.

Per alcuni è molto importante la figura del medico scelto. È ovvio che la persona che dirige i lavori in un trattamento in vitro è proprio il ginecologo, quindi fidarsi di lui è indispensabile per affrontare un percorso così impegnativo.

Cosa fanno medico e infermiere

Tutte le parti coinvolte nei trattamenti di FIVET, genitori o donatori e/o gestante, devono sottoporsi a dei test medici e la prescrizione di questi, insieme alla valutazione dei relativi risultati le fanno il ginecologo scelto. Tutte le informazioni devono passare per la scrivania del medico il quale decide passo dopo passo come si svolge il trattamento, i medicinali, le dosi, ecc.

Anche se la regia del ciclo è nelle mani del ginecologo specializzato in fertilità, non sempre i pazienti o i futuri genitori nel caso di una gestazione per altri, hanno contatto diretto con lui, in ogni momento. Nella maggior parte dei casi, infatti, mentre il medico si occupa di prendere le decisioni, chi informa i pazienti è un’infermiera della sua equipe o un assistente personale o un’altra impiegata del centro, il cui compito, appunto, di mantenere aggiornate le parti coinvolte.

Questa modalità di lavoro, permette al medico di concentrarsi in attività che può svolgere solo lui, cioè che richiedono la professionalità e l’esperienza di un ginecologo di procreazione assistita. Delegando il resto ad altre persone dell’equipe della clinica, riesce ad ottimizzare tempo, energie e a migliorare le percentuali di successo, ossia, di gravidanza ottenute.

Il medico che scelgo io segue la mia gestante?

Una volta creati e congelati gli embrioni, quando si inizia a coinvolgere la gestante anche dal punto di vista medico, ci si prepara alla seconda fase della FIVET, che è il trasferimento di un embrione all’utero della portatrice o della futura mamma.

Tutta la fase di test, valutazione e poi preparazione della gestante avviene sempre sotto stretto controllo del ginecologo della clinica scelta dai genitori. Naturalmente, la gestante deve essere informata su ciò e confermare di sentirsi a suo agio con questa equipe.

Anche per questa ragione è importante scegliere un centro che abbia esperienza con la gestazione per altri e i trattamenti delle portatrici e una capacità di comunicazione ottimale, perché tutti i futuri genitori desiderano che l'esperienza per la loro gestante sia positiva.

Il trasferimento dell’embrione verrà effettuato dal medico scelto con le modalità da lui prescritte.

Il mio ginecologo sarà presente al momento del parto?

Molto probabilmente no. Infatti, a partire dalla 12ª settimana di gravidanza, circa, la clinica di procreazione assistita indicherà alla gestante, o alla futura mamma, se e come continuare ad assumere determinati medicinali e le chiederà di scegliere un ginecologo di sua fiducia o un’ostetrica, che la seguirà da vicino.

È a quel punto che tutti i controlli successivi verranno effettuati vicino al luogo di residenza della gestante, da dei professionisti che lei conosce, e che spesso hanno già seguito le sue precedenti gravidanze.

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