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Il Presidente del Portogallo rifiuta la nuova legge sulla gestazione per altri

Pubblicato giovedi, 16 giugno 2016 di Laura Marchesani

Le leggi che regolano e disegnano il cammino delle parti nella gestazione per altri sono diverse in ogni paese in molti aspetti, dalle condizioni di accesso, alla questione del compenso della gestante, ai contratti e burocrazia necessari, ecc.

Questa è una delle ragioni per cui esistono destinazioni più o meno sicure e consigliabili.

L’idea del Portogallo sembrava quella di riprodurre una cornice legale per un modello di gestazione per altri simile a quella di altri paesi, ammettendola solo per coppie eterosessuali con delle problematiche giustificabili dal punto di vista medico, e senza compenso economico per la gestante.  

Ma quando un paese deve disegnare delle norme che prendano in considerazione ogni singolo aspetto del precorso, la sfida che si trova ad affrontare non è per niente semplice. Stabilire per legge ogni singolo aspetto che riguarda un percorso così complesso, che include parametri medici, psicologici, legali, logistici ed economici, richiede una conoscenza, uno studio e una profonda comprensione della gestazione per altri, cose che per poter esistere devono trovare un terreno fertile, cioè un clima di apertura e ascolto.

Evidentemente, se esiste la volontà di raggiungere l’obiettivo, esistono maggiori possibilità di riuscirci, se, al contrario, all’interno dello stesso stato le forze non collaborano in sinergia, la riuscita del progetto diventa sempre più dubbia.

E questa difficoltà l’ha sperimentata il Portogallo.

Infatti, il Parlamento dopo aver approvato una legge che permette la gestazione per altri alle coppie eterosessuali con difficoltà mediche specifiche, con la condizione che sia una collaborazione altruista, si ritrova ora a doverla rivedere. Il Presidente Marcelo Rebelo de Sousa, nel terzo mese del suo mandato, ha rifiutato la promulgazione giustificando questa scelta con un’estesa argomentazione, il cui punto principale è che ci sono delle lacune legali che dovrebbe essere modificate per cercare l’ottimo. Secondo il Presidente il contratto legale non protegge né il nascituro, né la gestante e non esiste un quadro legale del contratto per la GPA. A quanto pare non esistono norme in Portogallo che stabiliscano come si devono comportare le parti in caso di malformazione del feto, o di un’eventuale interruzione di gravidanza, situazioni che si possono verificare, come in qualsiasi gestazione.

Le vere ragioni sono queste?

Ovviamente all’interno del paese ci sono diverse interpretazioni rispetto a questo veto, in ogni modo, a prescindere dalle vere ragioni, il dibattito si riapre per essere sviscerato e analizzato nei dettagli. Il fatto di per sé, non e necessariamente negativo. Di fronte a questa situazione si presentano tre scenari possibili:

il primo è quello di una rilettura per un miglioramento, cosa sempre positiva;

la seconda è la conferma de testo e quindi la sua promulgazione automatica;

la terza, è quella più probabile seconda la stampa. L’approvazione nel Parlamento di questa legge sulla gestazione per altri ha visto forze politiche in posizioni contrapposte, con soprese, e questo significa che richiedere alle stesse persone di votare potrebbe portare a una situazione ribaltata.

Viste, infatti, le modalità con cui hanno votato i vari partiti politici esiste la possibilità che la legge non trovi di nuovo il consenso parlamentare necessario per essere accettata. Cosa significherebbe questo?

In sostanza che non entrerebbe in vigore.

La battaglia politica è quindi aperta. Alla fine si tratta sempre di scontri tra partiti, in cui tutte le parti coinvolte da un lato e dall’altro dicono di essere preparate al nuovo dibattito.

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