BLOG

La gestazione per altri e il dibattito spagnolo

Pubblicato giovedi, 9 febbraio 2017 di Laura Marchesani

La spagna sta dando un grande protagonismo alla gestazione per altri in tutti i suoi aspetti, dando voce a diversi tipi di famiglia che si sono allargate grazie a questo trattamento di procreazione assistita.

I partiti più votati, PP, PSOE, Ciudadanos e Podemos, stanno, ognuno in modo indipendente, cercando di analizzare i possibili pro e contro della legalizzazione della gestazione per altri all’interno del paese, e come l’eventuale legalizzazione dovrebbe essere inquadrata.

Di fronte alla realtà di bambini che nascono da genitori spagnoli, ma in altri paesi, stati appunto in cui la GPA è legale, il Governo, spinto da associazioni di genitori che hanno dovuto fare ricordo a questa tecnica per poterlo diventare, e da una sostanziosa pressione mediatica, si è visto obbligato ad affrontare seriamente la questione.

In Spagna, al momento, non è legale

Ad oggi, infatti, la Spagna non ammette la gestazione per altri all’interno dei suoi confini, ma permette l’iscrizione all’anagrafe dei bimbi nati all’estero con questo procedimento, se esiste un atto legale che dichiara che il trattamento si è svolto nel pieno rispetto delle norme del paese in cui si è effettuato, e che i diritti delle parti sono stati tutelati.

Uno dei principali motivi per cui la Spagna si sta muovendo in questo senso è la polemica che è nata intorno al costo della GPA. Come si sa, infatti, si tratta di un percorso di genitorialità molto caro e, per questo, non accessibile a tutti coloro che ne avrebbero bisogno.

L’aspetto economico della questione, sembra infatti essere fra quelli che preoccupano di più non solo i partiti e le varie associazioni, che hanno comunque posizione diverse, ma anche i medici di procreazione assistita che, ovviamente, sono coinvolti in questo dibattito.

Come il Canada, il Regno Unito e il Portogallo?

L’idea, per molti, sarebbe quella di ricalcare il modello di GPA altruista che si applica nei paesi sopra citati, nei quali, appunto, la gestante non può ricevere un compenso economico, ma solamente un rimborso spese.

Evidentemente il tema è molto vasto e bisognerebbe considerare una serie di fattori, fra cui anche l’impatto del fattore culturale relativo allo scambio economico, nella propria cultura. Come già detto, infatti, nella società americana, nella quale si prevede un pagamento per la gestante, concetto che viene descritto nei dettagli nel contratto fra genitori d’intenzione e gestante, parlare di denaro e di compenso economico non è visto come un tabù.

Nella società mediterranea, invece, non è così.

Ci sono comunque degli elementi in comune tra i vari partiti e associazioni che sostengono che la legalizzazioen sia doverosa, e la cosa interessante è che tanto coloro che sono contro come quelli che invece sono a favore, esiste un punto in comune.

Molti dei “contro” si oppongono ad un trattamento che, secondo il loro modo di vedere, potrebbe derivare in sfruttamento della donna, i “pro” vorrebbero creare delle norme chiare proprio per creare dei protocolli d’azione che impediscano il suddetto possibile sfruttamento, soprattutto in alcuni contesti di società meno ricche delle nostre e in Stati che non garantiscono una tutale delle parti equa.

Se la legge spagnola non cambiasse, i futuri genitori d’intenzione dovrebbero continuare a cercare il luogo ideale per la loro GPA all’estero, come succede oggi.

Ciò che stupisce positivamente è che in un momento politicamente incerto come quello spagnolo, si possa dibattere la questione in partiti di ideologie opposte, rendendo evidente che non si tratta di una tematica di destra o di sinistra, ma di una realtà del Paese.

La gestazione per altri e il dibattito spagnolo
contatti
ovodonazione
utero in affitto
Uso de Cookies
Utilizamos cookies propias y de terceros para mejorar la experiencia de navegación, y ofrecer contenidos de interés. Al continuar con la navegación entendemos que se acepta nuestra política de cookies.
Cerrar