Pubblicato giovedi, 7 aprile 2016 di Laura Marchesani
La donazione di ovuli in Spagna è praticata de decenni, con ottimi risultati. Il paese, infatti, è tra le mete preferite per le pazienti europee che desiderano avere un figlio e per varie ragioni hanno bisogno di ovuli donati per poter diventare mamme.
In Europa l’ovodonazione si effettua in diversi stati, ma le modalità, i tempi di attesa, i prezzi e le legislazioni corrispondenti rendono il trattamento molto diverso a seconda di dove si svolge.
La legislazione spagnola ha regolato le donazioni di gameti nel 1988, tracciando delle linee guida chiave per garantire che il procedimento si volga nel rispetto dell’etica.
Un ambiente di apertura verso la medicina della procreazione assistita e una cornice con dei profili chiari sono stati gli elementi vitali per creare un terreno fertile e in continua crescita per le cliniche del paese. Sono moltissimi i centri specializzati disseminati lungo il territorio nazionale, concentrandosi soprattutto intorno alle grandi città. I professionisti che esercitano sono oltre che molto preparati, sempre in contatto con altri specialisti in altri paesi e in costante formazione, per continuare ad essere fra i più sollecitati in Europa.
La donazione di ovuli è appunto il procedimento tra i più richiesti da parte delle pazienti straniere.
Oltre che per le ragioni suddette, il fatto che la legge definisca in modo netto chi può donare, i requisiti, i procedimenti e il compenso per il disturbo e l'impegno, dà una certa sicurezza a chi cerca il luogo ideale.
Una delle principali caratteristiche che distingue i programmi di donazione in Spagna rispetto ad altri paesi è l’obbligo dell’anonimato. Ciò significa che donatrice e ricettrice non solo non si conosceranno mai, ma non avranno nemmeno accesso ad altri dati di carattere personale che potrebbero rompere l’anonimato. Questo aspetto è molto apprezzato da alcune pazienti e meno da altre. L’idea di non conoscere di persona la donatrice, di non poterla vedere, a volte diventa fonte di ansia per la ricettrice, ed è per questa ragione che pur avendo la possibilità di ricevere ovuli in Spagna, alcune donne preferiscono viaggiare verso gli Stati Uniti o il Canada, paesi in cui la paziente può scegliere la donatrice in prima persona.
È una questione di scelta personale, oltre che di disponibilità economica, visto che i costi della Spagna sono molto inferiori rispetto alle cliniche oltreoceano.
La legge spagnola li definisce con chiarezza: deve avere un’età compresa fra i 18 e i 35 anni, essere sana, non avere antecedenti famigliari di malattie che si potrebbero trasmettere. In realtà i parametri delle cliniche sono ancora più ristretti perché una buona equipe medica cerca una donatrice che dia buoni risultati, quindi tende a preferire una donatrice con meno di 30 anni e preferibilmente che ha già dei figli o che comunque da dei risultati ai test che suggeriscono buone possibilità di riuscita da una stimolazione ovarica.
Oltre alle analisi mediche, ai test genetici e ai controlli ginecologici, le aspiranti donatrici devono dimostrare di essere psicologicamente mature, cioè coscienti, che sono in grado di capire ogni dettaglio del trattamento, e che scelgono di donare liberamente.
Dato che la stimolazione ovarica è un trattamento che richiede l’uso di medicinali e di visite mediche frequenti, l’aspirante donatrice deve dimostrare di essere una persona che sa prendersi un impegno e mantenerlo. Anche dalla sua puntualità e capacità di affrontare gli impegni presi dipenderà il risultato finale.
Per tutte queste ragioni essere selezionate come donatrici non è così facile e ci sono più professionisti che valutano le candidate. Questa parte del processo della donazione viene visto come le fondamenta su cui si basa l’intero risultato, per cui viene condotto con cautela e rigore per raggiungere l’obiettivo per cui tutti si muovono (la donatrice, i medici, e i pazienti) , che è la nascita di un bambino a lungo atteso.
