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Nasce il primo bambino da utero trapiantato negli Stati Uniti

Pubblicato giovedi, 14 dicembre 2017 di Laura Marchesani

Quando una donna nasce senza utero o subisce un’isterectomia per diverse ragioni, la gravidanza diventa per lei un sogno impossibile. In casi di questo genere, finora le possibilità di realizzare il desiderio di maternità rimanevano l’adozione o la gestazione per altri, erroneamente definita anche “utero in affitto”. Infatti, la maggior parte delle donne o delle coppie eterosessuali che ricorrono alla maternità surrogata hanno alle spalle un difficile passato di ricerca della genitorialità con altri metodi o di impegno per l’accettazione di questa impossibilità di portare avanti una gravidanza in prima persona.

L’assenza dell’utero è stata finora quella condizione che non permetteva alternative. Se, infatti in caso di scarsa qualità ovarica o menopausa precoce, la medicina della PMA, procreazione medicalmente assistita, è in grado di proporre delle tecniche che permettano alla futura mamma di vivere la gravidanza e il parto in prima persona, in caso di assenza di utero, questo, finora non è stato possibile.

Cosa è cambiato per chi vuole avere figli senza utero?

Già da due anni sono iniziati degli studi e degli esperimenti che, per il momento, stanno dando risultati speranzosi. Si tratta, infatti, di trapianti di utero, una tecnica estremamente complessa e ancora in fase di sviluppo e perfezionamento che, però potrebbe dare nuove possibilità nel futuro.

In molti casi, la persona che ha donato il proprio utero era una parente di primo grado di colei che lo riceveva, come una sorella o la madre, che si offrivano di dare questo immenso regalo alla futura mamma.

È con immensa soddisfazione che si è appreso che in questi giorni è nato il primo bimbo da un trapianto di utero effettuato negli Stati Uniti, e il lieto evento è stato festeggiato non solo per la meravigliosa notizia, che riguarda la madre in questione e il suo bimbo, ma anche per le porte che si potrebbero aprire nel futuro per altre donne.

Il successo della tecnica non è stato privo di difficoltà.

Infatti, per altre donne che hanno ricevuto il trapianto, le cose non sono andate così bene, e gli uteri ricevuti sono stati successivamente asportati.

Evidentemente i passi avanti della medicina richiedono studi, tempo, impegno per poter raggiungere dei risultati che abbiano un impatto determinante sulla popolazione, ma è innegabile che la nuova vita, arrivata in questi giorni, va festeggiata come un buon auspicio e come un ulteriore passo verso le possibilità che la scienza potrà offrire fra qualche anno.

Ovviamente rimangono da studiare ed affrontare tutte le implicazioni etiche relative al trapianto in sé, ma la scienza ha già dimostrato che la solidarietà tra gli esseri umani, che si concretizza nella donazione di organi, può portare a degli sviluppi tanto positivi come sorprendenti.

Se il progresso della medicina della procreazione assistita dovesse seguire questo percorso, forse tra qualche anno la gestazione per altri i l’adozione non rimarranno le uniche alternative per le donne senza utero che desiderano avere un figlio.

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