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Sapere a che età cercare un figlio

Pubblicato giovedi, 9 giugno 2016 di Laura Marchesani

Ogni anno migliaia di persone si rivolgono agli esperti in fertilità per poter realizzare il loro desiderio di genitorialità.

Se le cliniche spagnole sono affollate di pazienti che provengono anche da altri paesi, in cerca di aiuto per conseguire una gravidanza, significa che la percentuale di persone che hanno bisogno dell’aiuto della medicina della procreazione assistita per poter concepire un figlio è piuttosto elevata.

Ma quali sono i trattamenti più richiesti?

Il fatto che l’età in cui le donne iniziano a pensare alla maternità sia elevata, implica che spesso quando si rivolgono ad uno specialista lo fanno perché la loro qualità ovarica non è abbastanza buona da poter permettere il concepimento, la gravidanza e la nascita di un bambino sano.

Se l’età media per diventare mamma per la prima volta è di 31 anni, è anche perché una serie di circostanze personali e sociali spingono le donne a rimandare la maternità. Le problematiche lavorative ed economiche sono in parte responsabili di questa situazione. Se si aspetta il lavoro fisso o l’entrata economica sicura per poter pensare alla famiglia, è ovvio che è necessario avere pazienza, ma questa attesa ha un’altra faccia, che spesso le donne stesse ignorano.

Le donne sanno che cercare un figlio a 40 anni implica delle difficoltà?

A 20 anni la quantità e qualità degli ovociti a disposizione è ottimale, ma dopo i 35 le cose cambiano in maniera drastica. Ma allora perché molte donne cercano un figlio a 40 anni? Spesso è anche per scarsa informazione. Esiste, infatti, l’idea che se la persona in questione è sana, attiva, e continua ad avere il ciclo mestruale come sempre, è capace di concepire naturalmente e di avere un figlio, ma gli esperti in procreazione assistita e le statistiche dicono che non è così.

Ecco perché è necessaria la donazione di ovuli, perché superati i 40 la possibilità di avere un figlio con i propri ovuli è decisamente bassa, quindi nel momento in cui le donne in questione cercano aiuto, l’unica soluzione che la scienza può dare è appunto la donazione.

Non si tratta di una scelta facile da accettare e volte viene ricevuta con una dose di stupore e iniziale rifiuto.

Accettare il fatto che l’ovulo che darà la vita all’embrione proviene da un’altra donna non è proprio facile, ma non nel momento in cui si ricorre alla clinica di procreazione assistita con questo problema, non ci sono alternative.

In futuro probabilmente le cose cambieranno grazie alla vetrificazione, la tecnica che permette di preservare i propri ovociti per il futuro, ma nel momento in cui la qualità ovarica è in discesa, non esistono alternative per frenare questo processo naturale.

Evidentemente la soluzione ideale sarebbe quella di trasmettere un’informazione adeguata alle future generazioni rispetto all’età in cui creare una famiglia, ma dato che le situazioni sociali contingenti influiscono notevolmente in scelte di questo tipo, la vetrificazione rimane una possibilità da considerare.

Per il momento la frontiera dei 38 anni, sembra essere l’età limite in cui statisticamente si riesce a conseguire una gravidanza naturale, oltre la quale esistono appunto delle opzioni efficaci, non sempre facili da digerire.

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