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Come funziona la donazione di ovuli

Pubblicato mercoledì, 22 marzo 2017 di Laura Marchesani

La donazione di ovociti è un trattamento di procreazione assistita tra i più richiesti negli ultimi anni. Si tratta, infatti, di un percorso strettamente legato ai cambiamenti sociali e che risponde in modo efficace alle nuove contingenze delle madri di oggi.

Se un tempo, in media, si diventava genitori, poco dopo i vent’anni, la tendenza ha iniziato a cambiare poco a poco. Attualmente l’età media in cui si diventa mamme per la prima volta si aggira intorno ai 31 anni, per cui le condizioni legate alla maternità intese come possibilità di poter rimanere incinta in tempi brevi e successivamente, la ricerca del secondo figlio sono molto diverse.

Perché la donazione di ovuli può risolvere i problemi legati all’”avanzata” età della madre 

Sfortunatamente, oggi non esistono dei sistemi per rendere reversibile l’orologio biologico della donna. Se, infatti, si nasce con un numero di ovociti a disposizione per il resto della vita, quando inizia a scemare la quantità o la qualità di ovuli che si producono, non ci sono metodi che possano cambiare questa tendenza.

L’unico modo efficace per dare la possibilità a una futura mamma di conseguire una gravidanza con buone probabilità di successo è attraverso la generosità di un’altra giovane donna, disposta a cederle alcuni dei suoi ovuli.

Donazione di ovuli all’estero

 La donazione di ovuli, comunque, implica una riflessione di base, come tutti i trattamenti di procreazione assistita, in questo caso legata alla consapevolezza che il codice genetico che il futuro bimbo erediterà sarà quello della donatrice.

Tutti i percorsi di procreazione medicalmente assistita devono essere valutati globalmente e per poterlo fare è necessaria la disponibilità del personale medico e la trasparenza dell’informazione, elementi che permettono ai futuri genitori di scegliere con cognizione di causa.

Quando si intraprende una donazione di ovociti, una delle preoccupazioni di chi si sottopone al trattamento è quella della selezione della persona che donerà i suoi ovuli.

Al di là dei requisiti medici che la legge del paese a cui ci si rivolge impone, i genitori scelgono la loro meta per il trattamento anche in base alla possibilità di avere voce in capitolo relativamente al processo di selezione in base alle caratteristiche di questa generosa donna.

La donazione di ovociti in Italia, ammessa per legge da poco, e in Spagna, dove invece si pratica da anni, al momento, non permette ai pazienti delle cliniche di essere parte attiva nella scelta della donatrice.

Donazione di ovuli fra sorelle 

A volte la paziente ricettrice di ovociti ha la fortuna di conoscere una persona che dal punto di vista clinico riunisce tutti i requisiti. Nella maggior parte dei casi, le pazienti vorrebbero poter mantenere parte del loro codice genetico, possibilità che offrirebbe la donazione fra sorelle.

Evidentemente questa opzione è una possibilità da prendere in considerazione, ma non bisogna dimenticare che diversi fattori potrebbero non renderla possibile.

Prima di tutto esiste il fattore del “dove”, infatti né in Italia, né in Spagna ciò è possibile, perché la donazione di gameti deve necessariamente essere anonima.

Sarebbe possibile invece negli USA e in Canada, dove però i costi e la logistica per la distanza geografica, rendono il percorso più complesso.

Oltre alle questioni pratiche e mediche, che non sono poche, è assolutamente necessario riflettere sul tipo di legame che si genererà tra i genitori, la donatrice e il bimbo. Per rispondere a questi quesiti, può essere utile ricorrere a uno psicologo o a un coach specializzato che aiuti a fare luce sulla situazione e a prendere decisioni informate.

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