Pubblicato giovedi, 24 novembre 2016 di Laura Marchesani
Sapere quanti bambini nascono ogni anno grazie alle tecniche di procreazione assistita non è semplice, ma nemmeno impossibile se i centri nei quali si effettuano queste tecniche collaborano con degli enti pubblici apportando i loro dati interni.
Il Ministero della Salute spagnolo ha raccolto le statistiche di 279 cliniche che si dedicano alla procreazione assistita in Spagna, arrivando alla conclusione che nel 2014 si sono effettuati 156.865 cicli completi. Per “ciclo” si intende trattamento di procreazione di diverso tipo: inseminazione, fecondazione in vitro, donazione di gameti.
Si tratta di un numero piuttosto elevato, che colloca la Spagna al primo posto fra i paesi europei e al terzo posto a livello mondiale. Considerando la popolazione che vive in questo stato, il risultato è ancora più sorprendente. Non si tratta certo del territorio più popolato d’Europa, ma ciò che fa la differenza e senza dubbio aumenta i numeri, è la quantità di persone provenienti da altri paesi che si recano in Spagna per cercare di avere un figlio.
Il fatto che la legislazione sulla procreazione assistita in altri Stati non abbia l’apertura e la chiarezza di quella spagnola, spinge di fatto molte future coppie e donne single a cercare aiuto in Spagna, ed è questa migrazione l’elemento che influisce in modo determinante sul conteggio.
Ma lo è anche in altri paesi, come in Italia, per esempio, solo che lì la nuova legge relativa alla donazione di ovuli presenta ancora una serie di zone d’ombra che implicano una mancanza di programmi di donazione adeguati alla domanda. Inoltre, i futuri genitori italiani si sentono generalmente abbastanza attratti dall’idea di scegliere la Spagna, piuttosto che altri paesi, per il loro trattamento, perché dovendo stare in costante contatto con la clinica in questione e viaggiare per il trattamento, optano per un paese culturalmente vicino. Senza contare poi con il fatto che qui la percezione a livello sociale della procreazione assistita, anche per donne single e coppie di donne, è estremante rispettosa e aperta, rispetto a quella di altri paesi.
Un caso diverso, ma che produce lo stesso risultato è quello del Regno Unito, dove esistono programmi di donazione di ovuli, ma non è possibile mantenere l’anonimato, aspetto che invece viene assolutamente garantito, per entrambe le parti, in Spagna.
Non solo aumenta l’età media delle pazienti di procreazione assistita in Spagna, fattore inequivocabilmente legato a una serie di fattori sociali, ma, nonostante il grande numero di fecondazioni in vitro, diminuiscono i parti gemellari. Se in passato, infatti, si tendeva a trasferire due embrioni, per aumentare le probabilità di successo, oggi, con le nuove tecniche si tende sempre più a trasferire un solo embrione.
Le gravidanze gemellari presentano sempre più difficolta e rischi per i feti e per la madre, e per i professionisti della procreazione assistita è un successo riuscire ad ottenere buoni risultati, senza le conseguenze tipiche delle gravidanze multiple.
Questa tendenza si estende anche ad altri paesi nei quali, non solo sono importanti le statistiche dei successi ottenuti, ma anche il benessere delle donne incinte, i parti senza complicazioni e i bambini nati non prematuri.