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Gestazione per altri: il Portogallo fa marcia indietro

Pubblicato martedì, 5 giugno 2018 di Laura Marchesani

Dopo l’approvazione di una legge molto discussa nel parlamento portoghese, che permetteva la GPA in determinate condizioni e solo dopo la valutazione attenta della situazione, le cose si sono mosse molto lentamente per alcune coppie che ne hanno fatto richiesta.

Di fatti, la burocrazia che definiva e vigilava il procedimento della maternità surrogata nel Paese, imponeva dei tempi non troppo snelli, ma che, secondo il governo portoghese, erano necessari affinché si rispettassero tutte le clausole imposte e non si incorresse in situazioni ambigue o non definite.

Dopo l’apertura verso l’autodeterminazione delle scelte riproduttive e della donna che desidera essere gestante, il Tribunale Costituzionale fa marcia indietro, fortunatamente senza imporre la nuova decisione sui casi approvati o in via di valutazione, che sembra siano solamente sette.

Gestazione surrogata: perché il Portogallo cambia idea

Il Tribunale Costituzionale ritiene che alcuni punti della legge sulla gestazione per altri del paese non siano ben definiti.

Tra le prime preoccupazioni che hanno portato a questa decisione c’è il fatto che nella legge approvata nel 2017 non si contempla la possibilità che la gestante possa cambiare idea o a decidere autonomamente di ricorrere all’aborto.

Questo punto, in effetti, è tra quelli più dibattuti anche in ambito internazionale, ma non per questo, non ben equamente risolvibile, come nel caso della legislazione canadese, che tutela la donna e la sua autodeterminazione, ma allo stesso tempo riesce a proteggere anche i genitori d’intenzione.

In effetti, in termini generali, esistono delle destinazioni possibili per una gestazione per altri etica e legalmente tutelata che hanno una tradizione lunga decenni. Anche se non c’è garanzia che le cose non possano modificarsi, rimane comunque la considerazione che più esperienza esiste nel paese, più casi si sono visti e studiati, meno possibilità di stravolgimento esistono, soprattutto se la legge vigente è completa e tutela la parti coinvolte.

 Donazione di ovuli e seme anonima

Tra gli altri aspetti che sono stati considerati non validi, c’è quello dell’anonimato. Anche in Portogallo, come in Spagna, i donatori di gameti sono anonimi e questo, oltre alla possibilità che aveva la gestante di rimanere nell’anonimato, non garantirebbero al bambino nato la possibilità di risalire alle sue origini.

La questione della donazione anonima di seme e di ovuli costituisce comunque un dibattito aperto a livello europeo, per lo stesso principio, per tutelare il diritto del nascituro di poter conoscere le sue origini in futuro.

Rimarrà comunque da vedere come questa decisione del Tribunale, che cita l’anonimato come parte del problema, influirà sulla donazione dei gameti, indipendente dalla gestazione per altri.

Procreazione assistita: ci saranno cambiamenti anche in Spagna?

Il dibattitto sulla gestazione per altri è aperto da anni in Spagna e, anche se per il momento questo percorso di procreazione assistita non è ammesso, di fatto se ne parla come una possibilità concreta per un futuro non troppo lontano.

Pr quel che riguarda la donazione di ovuli e di spermatozoi, per il momento, l’anonimato rimane una norma da seguire, ma in un dibattito ampio e internazionale, le cose potrebbero cambiare.

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